Da un gesto, un’azione, un pensiero, scaturiscono conseguenze molteplici, secondo il noto principio di causa-effetto. E questo lo sappiamo bene, ma, nonostante tutta l’attenzione che potremmo impiegare, diversi nessi causali ci sfuggono dalle mani e difficilmente riusciamo a misurare pienamente la portata del nostro agire, ottenendo risultati che esulano spesso dagli intenti originari.
Se da un lato però l’aspetto logico della nostro pensiero ci motiva a valutare la portata delle conseguenze di ogni singolo atto umano sul piano materiale visibile, su quello spirituale invisibile il criterio di valutazione non è quasi mai logico, ma assai più spesso analogico, secondo la legge della corrispondenza (o dell’analogia) – attribuita al pensiero del grande alchimista Ermete Trismegisto – secondo la quale “come sopra così sotto, come sotto così sopra. Come dentro così fuori, come fuori così dentro. Come nel grande, così nel piccolo.”
In altri termini, ciò che avviene dentro di noi influenza la realtà che sta al di fuori, e viceversa. Per capire il fuori dobbiamo vedere dentro, per capire il dentro dobbiamo vedere fuori. La fisica moderna direbbe che l’osservatore di un determinato fenomeno non può astenersi dall’influenzare il fenomeno stesso nel suo processo di attuazione. Ne diviene inevitabilmente parte integrante.
Gli Antichi avevano fatto tesoro di un tale principio, al punto che ogni azione della loro vita quotidiana diveniva influente ed assumeva una collocazione precisa in ambito spirituale; e i responsi divinatori, lungi dall’essere visti come una predizione esclusivamente finalizzata al controllo della realtà, tendeva invece a mostrare quale trama energetica fosse sottesa al verificarsi di determinati eventi, la scia luminosa od oscura da cui sarebbe stato possibile comprendere l’andamento prospettico di una certa traiettoria.
In effetti viviamo in una dimensione relazionale assai più ampia dei semplici rapporti causa-effetto. L’analogia prende in esame tutto quanto l’imponente sciame delle “influenze” reciproche e misura, in termini probabilistici, ciò che sarebbe lecito attendersi, ovvero il possibile verificarsi di avvenimenti apparentemente non legati tra di loro. In questo senso lo psicanalista C.G.Jung introdusse, nel 1950, il concetto di sincronicità, che lui definì come «un principio di nessi acausali». Esso evidenzia un legame tra due eventi (che avvengono in contemporanea) che risultano connessi tra loro ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro.
A Casaruota quello dell’analogia è da sempre il principale criterio ispiratore di ogni tipo di relazioni, dato che, se il nostro intendimento è quello di creare un polo di incontro e di sperimentazione sciamanica, sarà necessario evidenziare coerentemente, in ogni gesto quotidiano, che cosa ciò possa voler dire. Provo a fare alcuni esempi:
consumare un pasto, per noi, vuol dire prevedere di lasciarne una porzione come offerta “al piccolo popolo” (ovvero l’energia personificata che caratterizza dimensioni altre del nostro Multiverso), perché questo gesto simbolico, nell’ottica dello scambio, generi i presupposti per la realizzazione di un’abbondanza condivisa.
Sullo stesso presupposto, durante una passeggiata, ma anche al cospetto di tutti quei luoghi “che trasudano Spirito”, è una prassi che ci è ormai familiare quella di lasciare un’offerta per la Madre Terra (composta da cose naturali come tabacco, semolino o farina), raccogliendo al contempo per la via i rifiuti che ne deturpano la bellezza.
Anche nel lavoro seminariale capita sovente di attenerci allo stesso principio. Creare un Mandala, ad esempio, è in fondo esteriorizzare una realtà presente solo a livello interiore, rendendo visibile e quindi tendenzialmente modificabile ciò che normalmente non lo è. Così, danzare nello spazio di un falò, rende spesso possibile ritrovare la propria vocazione nel mondo e il proprio percorso nella vita; ricevere la visita di uno Spirito Animale, durante un Viaggio Sciamanico, può rappresentare per analogia l’acquisizione di una particolare qualità energetica di cui abbiamo bisogno proprio in questo momento, o sollecitarci al contempo a prendere il tipo di decisione necessaria per dirimere un dubbio.
Quando accompagno un postulante a compiere la propria Ricerca della Visione, la prima cosa che faccio dopo aver allestito il campo a una certa distanza dal luogo in cui lui trascorrerà i tre giorni seguenti, è quella di allestire un piccolo altare di protezione, dove la Ruota di Medicina, i segni dei miei Spiriti Alleati, gli oggetti di potere (cristalli, piume, forme) che ritengo più adeguati, possano costituire una valida protezione per il Candidato (personificato a livello analogico da un oggetto naturale), mentre altri elementi simbolici possono fungere da indicatori delle varie tempeste emozionali che saranno attraversate nel periodo.
La forma di un sasso o di una roccia, la fisionomia di una nuvola, l’inclinazione di un ramo o il passaggio di un animale, dopo che mi sono disposto a chiedere l’invio di segni collocandomi a guisa di ponte tra colui che ricerca e il Grande Spirito, può fornirmi, per analogia, indicazioni preziose su ostacoli, strategie e opportunità, permettendomi di aiutare il Postulante nel suo viaggio personale.
Merlino di Casaruota