L'Angolo di Merlinocapanna del sudore - sentieri sciamanici

La Capanna del sudore, nella visione sciamanica, è un’immagine completa e straordinariamente semplice dell’intero Cosmo. La base, che è la Ruota di Medicina, e come tale va pensata in continuo movimento, produce il senso ritmico e ciclico attraverso il quale tutti gli esseri sono chiamati alla loro esistenza. Essa riposa sulla Madre Terra, colei che nutre, accoglie e perdona, ed ha come prospettiva la volta di Padre Cielo – ovvero la cupola dell’Inipi – che addita ai partecipanti le traiettorie perfette e i principi universali. Nel mezzo, tra Terra e Cielo, si colloca l’esperienza creativa dell’uomo che, a partire dalla porta dell’Est, intesse le sue vicende di ombre e di luci, esattamente come la danza di Spirito e Materia prevede per questa condizione.

Ed è nella Capanna, dove il sacro grembo della Dea incrocia la mente, la volontà, le emozioni e la memoria, che la coscienza unificata può librarsi al di sopra degli squilibri che normalmente la rendono torpida e pesante.

Nella sua caverna accogliente, i simulacri dell’ego lentamente si dissolvono col sacrificio del sudore, divenendo un fiume in piena che passa attraverso le quattro porte della purezza, quella dell’Aria, del Fuoco, dell’Acqua e della Terra; e sarà nel suo atteggiamento composto, nel rispetto sacrale, nel silenzio intimo e privato, nella condivisione con i fratelli e le sorelle, che il pellegrino dello Spirito vince la sua paura più grande e primordiale, quella di arrendersi alla Vita che in lui tenta di manifestarsi. Allora tutte le delusioni, gli abbandoni, le sconfitte, le perdite, la solitudine e la rabbia, che normalmente utilizza per caratterizzare una colpa e stabilire dei responsabili, diventano le scorie di un’altra esistenza che sono pronte ad essere incenerite prima e dilavate poi dal potere del fuoco e dell’acqua.

Nel buio cosmogonico si realizza allora un disegno di antica memoria, dove il fuoco – Padre Sole – feconda il grembo della Madre Terra e, nel riaffermare il suo amore per lei, ricorda e ritualizza il mistero della creazione, della vita e dell’eterna trasformazione. Ma per rendere simbolicamente possibile questa unione mistica tra il fuoco e l’acqua, tra il maschile e il femminile, occorre un sacrificio: le pietre roventi immolano sé stesse per consentire all’uomo/donna di arrendersi alla vita sull’altare della Verità, lasciando cadere l’ultimo velo che alimenta la propria ipocrisia.

Attraverso quattro porte di purificazione i quattro elementi accompagnano i partecipanti in un processo di cura e di rigenerazione.

La prima purificazione è quella dell’aria e consiste nella guarigione dei pensieri da quelle forme distorte di giudizio e di critica ossessiva che fanno della vita un vicolo cieco di possibilità inespresse. Il pellegrino ringrazia la direzione dell’Est per la sua capacità di mostrare, ogni giorno, che la luce del sole, nascente sull’orizzonte, può sconfiggere le tenebre della rassegnazione così come l’arroganza della sicurezza.

La seconda purificazione, quella del Fuoco, sconfigge la paura di non essere all’altezza degli obiettivi da raggiungere. Il Coyote si aggira beffardo a saggiare la fondatezza della volontà nel mantenere acceso il proprio fuoco interiore di fronte ai cancelli della notte. Il Buffone scardina le convinzioni più ferme, per ricordare l’urgenza della trasformazione.

La terza purificazione, quella dell’Acqua, offrirà alla grande guaritrice tutto il peso della memoria di ciò che è avvenuto, chiedendo perdono a sé stessi per non essersi amati, prima di rimproverare il mondo di non averlo fatto. L’Orsa invocherà la guarigione per l’anima ed il corpo, perché un cuore purificato dai rimpianti suggella il suo inno all’esistenza.

La quarta purificazione è dedicata alla Madre, e i pellegrini, consapevoli dell’amore e della relazione che li unisce indissolubilmente alla Terra, si preparano a completare la loro rinascita uscendo per l’ultima volta dal suo grembo. Umili e riconoscenti, profondamente rinnovati nelle loro relazioni e intendimenti, volgono lo sguardo allo splendore cristallino del firmamento ascoltando il battito della vita che potentemente pulsa attorno e dentro di loro.

Merlino

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