L'Angolo di Merlino

Io “Sono il rumore del mare” che ad Occidente, senza requie alcuna, batte, uggia e fiacca i torrioni di pietra della costa. A questo estremo lembo di terra ci hanno spinto le bramosie degli uomini. Qui siamo giunti all’estrema difesa, impugnando la Vita come nostra sorella, pronti a lasciarla andare nell’ultimo viaggio. Compagni miei, fratelli, coraggio, siamo attesi. La grande Luna della Scogliera è lì e ci provoca al Viaggio.

Noi – anime perdute tra i venti tesi – i dolenti di ogni dolore, gli amari di ogni amarezza, gli stanchi in ogni fibra di ogni stanchezza, i custodi di un mondo finito… per saggiare il ritorno. Non c’è più furore nei nostri spiriti purificati, non la brama di vendetta o potere, o la cupa passione ad infiammarci. Non c’è più il desiderio.

Di fronte a te, silenziosa Signora, riconosco i contorni della mia anima denudata. A te mi affido, fedele compagna d’ogni segreto turbamento; a te consegno con riconoscenza le mie mani febbrili sotto questi occhi vuoti, che non cedono ancora al non vedere.

Messaggeri son giunti da lontano, cangianti di sogno nel ricordo, e ci spronano ad intraprendere queste misteriose vie d’acqua, dover infine giungerà il compimento.

E siamo qui, dopo aver restituito alla Terra quanto più non ci apparteneva: gli ardenti sogni della prima Aurora, quando ogni destino appariva possibile; le profezie di un’Alba ancora incerta di nebbia, così pregna dell’annuncio – tanto temuto e rimandato allora – dell’offerta di sé.

Ma noi sapevamo, ed è per questo che abbiamo lasciato il conforto di ciò che siamo stati, delle piccole cose a lungo attese, quelle che hanno temperato di tenerezza le vampe dorate del meriggio.

Ed abbiamo preso commiato dall’amore devoto e ritrovato negli attimi.

Ed abbiamo lasciato i nostri figli tra le braccia amorevoli della Madre di tutti, affinché il loro tempo – ancora acerbo – celebrasse il dorato ritorno del futuro.

Ed abbiamo salutato i forti compagni delle grandi gesta, partecipi com’eravamo di quel sottile transito comune, e del gesto, compiuto e poi sfumato, dell’addio.

E siamo qui…

“Madre è l’ora…

La gradinata è bianca di luna

Dammi la mano

Sosterrà il passo più lento la mano più forte.

L’Aria è indaco

E la morte la sento cantare un canto di culla.

Madre…Madre…è l’ora!

La gradinata è bianca di luna

Dammi la mano e andiamo

…e piangi, piangi, piano”. [B.Secchi]

 

A lungo viaggiammo, come pellegrini, sulle strade del mondo, sorreggendo l’un l’altro il reciproco passo, e a lungo ripensammo alle antiche promesse che furono dei nostri padri, e attorno alle quali rafforzammo l’intento confortando il cammino.

E qui, su queste rive tonanti, mentre l’onda selvaggia si frange sull’antica fronte petrosa, e la roccia percossa echeggia del richiamo dello Spirito, giunge l’ora in cui noi, anime compagne, vulnerate dai segni della vita, potremo tornare ad essere finalmente linfa e pane per queste onde, fertile limo a tracimate sponde. Solchiamo dunque le vie segrete, perché in esse ogni affanno troverà il suo senso e la sua requie, e sotto la scintillante superficie, densa di brillantezze oltre ogni dire, il buio nutriente avvolgerà le scure fonti dell’immenso mare, solo per rivelarci come anch’esse siano luce, d’una forma e natura ultramondana.

Quando il solco lasciato dall’aratro, diverrà stria iridescente di meduse; quando il carro da guerra calcherà, invincibile, lo specchio teso della marea, solo allora il viaggio potrà dirsi concluso e schiuderà, come miraggio atteso, ogni arcana meraviglia, e le squassanti onde lambiranno, ormai paghe, spiagge remote e ritrovati approdi…

 

“…La grande cortina di pioggia di questo mondo si apre, e tutto si trasforma in vetro argentato…e poi lo vedi…bianche sponde e, al di là di queste, un verde paesaggio sotto una lesta Aurora”. [J.R.R.Tolkien]

 

Così esplorai sereno i passi antichi della memoria, e, senza saperne origine o portata, percorsi la trama di ogni suggestione, per come ne avvertivo l’urgenza, e salutai come amici ritrovati i battiti del mio cuore. D’argento furono i miei pensieri, e memorabili, come lo scorrere cristallino alle sorgenti; e mentre attendevo fiducioso il compimento dei segni, magi silenziosi custodivano, con amore e saggezza, l’ingresso misterioso dell’Eterno.

 

“Che tu sia benvenuta Luna della Scogliera! L’anno varca il confine tra Luce e Oscurità, le forze della crescita dormiranno sui mari dell’Altromondo. Anche noi ci volgiamo all’interno, per riempire le nostre anime del buio nutriente oltre il nostro sé”. [A.Kondratiev]

 

2 Comments

  1. NON VOGLIO COMMENTARE QUANTO DESCRITTO IN “LA LUNA DELLA SCOGLIERA”, NON NE AVREI LE CAPACITA’ LETTERARIE. VORREI PERO’ ESPRIMERE CIO’ CHE LA LETTURA DI QUESTO BRANO MI HA SUSCITATO. LEGGENDO LA LUNA DELLA SCOGLIERA HO PROVATO UN PIACERE ED UNA EMOZIONE COME QUANDO HO LETTO PER LA PRIMA VOLTA LE PIù BELLE PAGINE DEL MANZONI, DESCRITTIVE SI MA POETICAMENTE SUBLIMI.
    NELLA LUNA DELLA SCOGLIERA IL CONTENUTO PUò’ SEMBRARE TRISTE IN REALTA’ INVITA ALLA SERENITA’ E AD ACCETTARE IL RITORNO DELL’UOMO ALLA NATURA. E’ MOLTO BELLA LA DESCRIZIONE DEL MARE CHE BATTE LA
    COSTA, LA GRANDE LUNA DELLA SCOGLIERA CHE C’INVITA A CONCLUDERE LA NOSTRA ESISTENZA TERRENA ED INIZIARE L’ULTIMO VIAGGIO, IL VIAGGIO DEL RITORNO ALLA NATURA DALLA QUALE ABBIAMO AVUTO LA VITA. IL VIAGGIO CHE PORRA’ FINE AD OGNI AFFANNO TERRENO.
    E’ VERITIERA ED EMOTIVA LA DESCRIZIONE DI CIò CHE LASCIAMO, IL RIMPIANTO PER CIO’ CHE SIAMO STATI, I SOGNI ED I FIGLI, I PENSIERI CHE CI PASSANO PER LA MENTE, NELL’ATTESA DEL COMPIMENTO DEI SEGNI. E LA POESIA DEL SECCHI CONCLUDE DESCRIVENDO MIRABILMENTE IL VIAGGIO DI RITORNO ALLA NATURA: “MADRE E’ L’ORA DAMMI LA MANO ED ANDIAMO”
    QUANTO SCRITTO IN QUESTA PAGINA E’ PER ME UN POEMA CAPACE DI EMOZIONARE IL LETTORE.
    MI PIACE MOLTO. COMPLIMENTI. EMILIANO

    • Caro Emiliano, mi dici cose fin troppo belle e impegnative per la rilevanza di ciò che ho scritto. I miei articoli viaggiano sul filo doppio delle emozioni che provo nel trattare argomenti o scenari a me cari, e se sono riuscito a coinvolgere il tuo sentire su temi comuni, allora vuole dire che l’intento è stato raggiunto, l’obiettivo conseguito. Grazie di cuore. Andrea/Merlino

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