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Il viaggio sciamanico è una porta d’accesso sul multi-verso. Consente di affacciarsi su di una balconata di sensazioni, tratte dal nostro inconscio, che normalmente, nel tempo ordinario quotidiano, ci sono precluse. Come avere, in pratica, un canale televisivo personale dal quale poter trarre indicazioni di percorso, di urgenza, di ricollocamento. Il linguaggio è simbolico e analogico, e la sua interpretazione strettamente individuale; quelle che forniamo, alla conclusione dell’incontro, a chi condivide con tutto il gruppo l’esperienza di cui è stato protagonista, sono solo indicazioni generiche, che il percorso onirico generalmente suggerisce. Il lavoro personale è però insostituibile. Lo scorso mercoledì, nella stanza olistica dell’erboristeria Settesemi, al Galluzzo, io e Arthia Briga non potevamo supporre che il Viaggio in programma sarebbe stato così intenso e coinvolgente. Questa la sua bellezza irripetibile, leggere negli occhi e nelle parole degli astanti, quella preziosa intimità che ci aveva legato, nel nostro cammino di Viandanti del Sogno, alla nostra parte più autentica. Merlino

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