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Sabato 28 Settembre, spiccioli di giorni fa, la Cerimonia del Canto delle Pietre.

Ho avuto l’onore e il privilegio di accompagnare undici persone, alcune delle quali del tutto sconosciute, oggi fratelli e sorelle scolpiti ed incastonati nelle loro storie uniche ed esemplari, nel ventre caldo della Madre, per incontrare con loro la loro essenza a cospetto della Sua. C’è chi considera una sauna la “Capanna del Sudore”, chi una curiosità esotica, chi una forma di follia per quel ridere e piangere, e gridare tutta la propria rabbia e cullare la propria tenerezza, di fronte al calore umido delle pietre incandescenti. Io, che ho incontrato la creazione attraverso le creature e la bellezza stupefacente e variegata della natura umana, non posso che ringraziare umilmente per un tale dono, e tentare di dar voce, tra il reale e l’onirico, all’esperienza di profonda unità che ho vissuto. Vi voglio bene.

Il popolo, operoso, dei figli dello Spirito, adunati da ogni distanza, per costruire insieme una casa-tempio dove ricercare la propria unità. Un cerchio, dapprima concepito, poi realizzato come argine alla dispersione. Le canne piegate per dar forma al caos, la buca delle Pietre, le coperte di lana grezza per calarci, per mano e senza timore, nell’oscurità dell’Anima, l’identità non generica delle nostre richieste, della nostra dignitosa nudità. Niente trucchi o ipocrisie, stanotte, entriamo nella casa della Madre così come siamo, perché essa possa accogliere e trasformare i rigori e le ferite, i sospetti e le paure, nell’antico sudore di purificazione che ogni uomo ha donato e donerà alla Terra. Adesso. Tutti siamo riuniti attorno alla grande Ruota della Vita. Adesso. Ognuno si stringe sull’ultimo brandello di pensiero cosciente, all’ultima invocazione silenziosa. Quale sarà stata? Sorrido, nel buio, perché vedo il volto di ognuno, e il suo proprio coraggio, e la tenerezza, un po’ spaurita, di quel bambino che si porta dentro da lontananze siderali. Adesso. Avverto, sulla pelle, il calore secco delle pietre roventi; ho negli occhi il grande falò che ne ha distillato l’essenza; avverto il sentore confortante delle erbe che ho loro appena offerto: “la Pietra è viva, evviva la Pietra”. Adesso. Non vorrei essere da nessun’altra parte, in nessun altro modo. Il sangue scorre tumultuoso, lo sento  pulsare nelle tempie. Il sudore scorre lentamente… così le lacrime,  gioia e riconoscenza infinita – qui e ora –  dove tutto finisce  per consegnarsi all’ inizio. Testimone della circolarità della Vita. La mano che scorre sul tamburo incoraggia la voce a levarsi vigorosa per convocare i Guardiani: Est, l’inizio, Sud, la manifestazione, Ovest, la trasformazione, Nord, il dono di sé. Ogni avvenimento mi supera, il prodigio si riproduce e l’orchestra delle nostre anime vibra, armoniosa e potente, sulle singole note personali. I racconti, le immagini, le forme ed i suoni, i colori trasfigurati e cangianti, prendono forma. Hanno un nome e una data, appartengono ad una vicenda personale, ma, al tempo stesso e assai più pienamente, sono storie esemplari e sacri miti di quando il mondo era bambino e l’incanto rendeva lucidi di meraviglia i nostri occhi. Balsamo per i nostri dolori. Dodici persone il cui Spirito ha danzato con gli Spiriti per rigenerare la via. Grazie. 

Andrea “Roccia che Canta”

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